Eveis e Fassa
Il documento più antico della Valle di Fassa risale al 1142 e riporta un trattato di concessione, sottoscritto da parte del Principe Vescovo di Bressanone, del diritto di riscossione della decima a beneficio dell'Abbazia di Neustift (Novacella - BZ) su di un possedimento chiamato "Locum Undenates in Nevis", località che sarebbe ascrivibile ad un maso situato a Fontanazzo di Fassa (comune di Mazzin).
Il toponimo Névis, Eveis o Evas in uso fin dall'anno 1000 fa riferimento all'Avisio e lo si può trovare nei documenti più antichi, più precisamente negli Urbari presso gli archivi di Bressanone e Novacella, ordini ecclesiastici ai quali faceva riferimento sotto il profilo amministrativo, oltre che religioso, la Valle di Fassa.
Fassa infatti, al pari delle vallate ladine, è sempre stata parte dei territori del Principato vescovile Bressanone fin dalla sua fondazione (A.D. 1027) e vi rimase fino agli anni delle guerre napoleoniche (1805-1815). Il territorio fassano venne aggregato all’amministrazione di Trento nel 1817, e la Pieve di Fassa passò alla Diocesi di Trento nel 1818.
Il toponimo “Fassa” invece, documentato ancora nel secolo XIII e scritto sotto la forma “Fascia, Faxia, Fassia” viene dal latino e più precisamente fa riferimento alla prima “fascia” di terreno coltivato in valle.